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le fornaci

Si tratta di un organismo edilizio a schiera, composto da dieci moduli residenziali, occupanti due lotti contigui di superficie complessiva pari a circa 2.600 mq.

La scelta tipologica va ascritta, in gran parte, a situazioni contingenti di natura economica e di norma urbanistica, che hanno fatto si che ci orientassimo in tal senso.

Una scelta piuttosto impegnativa, visto e considerato che, proprio qui, in questa città, negli anni 50, Frankl e Ridolfi hanno progettato, all’interno di quello che doveva rappresentare il “manifesto programmatico del Piano INA – Casa”, alcuni alloggi a schiera per i lavoratori dipendenti, con l’obbiettivo di incrementare l’occupazione operaia. Un esempio di architettura  con cui non si può prescindere dal confrontarsi ancora oggi.

Ciò che accomuna i due interventi, al di là della scelta tipologica, è sostanzialmente il fatto che entrambi, nel momento storico in cui sono stati pensati, vengono collocati in un contesto urbano simile, che è quello della periferia.

Pertanto ci troviamo al cospetto di un territorio privo di qualità architettonica ed urbanistica, in totale assenza di punti di riferimento, con la prerogativa necessaria di assurgere a modello per la costruzione di un nuovo lembo di città.

Il sentimento che ha ispirato questo lavoro è quello del voler recuperare una certa tradizione dell’abitare, in cui la strada ed il giardino domestico diventano elementi fondamentali del progetto abitativo e si riappropriano del loro ruolo storico di luoghi delle relazioni familiari e sociali più in generale.

© 2016 by ENZO CEGLIE ARCHITETTO

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